PERCHE' CAVOUR VOLEVA A TUTTI COSTI ANNETTERE LA SICILIA AL REGNO DI SARDEGNA? VOLEVA PROPRIO L'UNITA' DELL'ITALIA, ISOLE COMPRESE, O.... Di Donatella Mazzotta Per rispondere, in modo completo e senza equivoci, alla domanda dobbiamo fissare alcuni punti. Chi era Camillo Benso conte di Cavour? Nasce in una famiglia aristocratica, servitori di antica data di casa Savoia, che nel 1649 comprano il titolo di marchese. Quando il giovane Camillo ha soltanto 13 anni, il padre, raccomanda al re Carlo Alberto di nominarlo tra il personale di corte. Il padre era un faccendiere che si occupava di banche, industria e agricoltura. Il giovane Cavour già nel 1837 inizia a giocare in borsa e non solo. Anche le case da gioco lo attraggono e, tra speculazioni sbagliate e fallimenti di gioco, ben presto prosciugherà il patrimonio di famiglia. Proprio il contatto con l'ambiente finanziario lo spinge ad entrare in politica I libri di storia ci raccontano di un Cavour abile a tessere accordi per ingrandire il Regno del Piemonte, spesso omettono di raccontarci i costi sociali delle sue operazioni militari, oltre che economici. Mazzini su “Italia del Popolo” , rivolgendosi a Cavour scriveva: “ Voi avete inaugurato in Piemonte un fatale dualismo, avete corrotto la nostra gioventù, sostituendo una politica di menzogne e di artifici alla serena politica di colui che desidera risorgere. Tra noi e voi, signore, un abisso ci separa. Noi rappresentiamo l'Italia, voi la vecchia sospettosa ambizione monarchica. Noi desideriamo sopratutto l'unità nazionale, voi l'ingrandimento territoriale”. E allora quali erano i suoi obiettivi a proposito dell'annessione della Sicilia? Voleva che il Regno di Piemonte avesse il suo ruolo in Europa, ma per fare questo occorreva avere un grande territorio e solide risorse economiche. Nel decreto che il 14 maggio 1860 Crispi presenta alla firma di Garibaldi a Salemi si afferma la continuità della rivoluzione dal 1848 al 1860 ma, sopratutto si delega l'Assemblea Costituente Siciliana a trattare le condizioni per la confluenza della Sicilia e del resto del regno delle due Sicilie nel futuro Regno d'Italia. Garibaldi firma il decreto. Crispi voleva che il popolo, prima di additare il suo re, costituisse un governo perchè era consapevole che lo Statuto Albertino non poteva essere accettato senza le dovute modifiche che avrebbe dovuto apportare l'Assemblea Costituente. Ma Cavour premeva, nei confronti del re, per l'annessione non riuscendo a capire che con l' annessione si cancellava la libertà che ogni nazione ha di costituirsi un proprio modo di essere. La sua era una politica fatta di “compensi territoriali” e non di “unità di popoli”. Luigi Capuana nel “Mattino” del 6 dicembre 1909 scriveva “... se si volesse fare un'antologia dei torti imputati a Cavour, ne verrebbe fuori una conclusione piuttosto inattesa, nella quale, Cavour apparirebbe intellettuale mediocrissimo, moralmente deplorevole e di tutto preoccupato fuorchè delle fortune d'Italia”. L'analisi dei fatti ci dice che quell'annessione ha portato in Sicilia la guerra civile. Il Piemonte era ancora privo di industrie e aveva una economia impoverita a causa dei costi sostenuti per le guerre. In Sicilia vi era una economia agricola, ma solida; la moneta “duo-siciliana” era d'argento e d'oro e venne sostituita con la lira di carta, il tesoro delle due Sicilie e quello del Banco di Sicilia vennero trasferiti in Piemonte dove nacquero le prime industrie. Nel 1861 la pressione fiscale aumentò dell'87% portando l'economia meridionale al tracollo. Lo Stato Italiano, incamerò circa 600.000.000 di lire dalla vendita delle terre demaniali. Queste ricchezze sottratte al sud vennero investite al nord, con la conseguenza di creare nel sud il fenomeno famoso con il termine di “brigantaggio” e dando origine a quella che venne definita “la questione meridionale”.